Ne lo mese di novembre, in l'algida terra di Alemagna, due guasconi lievemente imbottiti di cervogia guatano le immortali gesta de lo più grande cavaliere di Tuscia. Lo suo nome, prestare attenzione... est Brancaleone, da Norcia! La vista de li meravigliosi lochi che isso e la sua armata guatarono, ispirano lo mio gran cammino de la Tuscia: lo Brancammino! La cagion di questo moderno diario est dunque la narratione del mio errare in li mismi lochi sequendo il brancante norcino.
Deus vulte! Dio lo vuole!
Di seguito trovate la genesi dell'idea del Brancammino, un percorso di circa duecento chilometri nella Tuscia viterbese, affrontato durante la settimana di Pasqua 2016. Per chi non volesse indugiare e partire subito, ecco il link alla prima tappa: (LINK). Buon cammino e ricordate: baldanza!
Qui descrivo il percorso iniziale (luoghi del film in grassetto), che include solo i luoghi del film (tranne Aurocastro), per chi volesse intraprendere un viaggio più lungo e non necessariamente a piedi. Si parte dalle cave di Valentano, in cui il nostro si dispera temendo di essere appestato e incontra infine il monaco Zenone. Da qui si scende un po', verso il lago di Bolsena, per ammirare Capodimonte e l'isola Bisentina, usati per rappresentare la prima visione di Aurocastro. Si prosegue verso Piansano, dove è ripresa la scena della lettura della "cartapecora"; poi Canino e Vulci, usati per le scene del convento in cui si ritira Matelda; Tuscania, di cui è stata usata la cripta di S. Pietro per le riprese dell'incontro del vecchio Branca con la grande amatora Teodora. Si raggiunge quindi la sponda destra del lago di Bolsena, dove inizia la parte più importante del Brancammino e sulle cui tappe avrò da scrivere più avanti: Viterbo, Soriano nel Cimino (con relativo Monte Cimino, Faggeta e selva cimina), Caprarola (raggiunta dopo essere saliti sul Monte Venere e riposati al Lago di Vico), Nepi, Chia (e la sua torre), Vitorchiano e Civita (con la valle dei calanchi). Raggiungere tutte queste tappe significa camminare per 400 km, fattibile per solo con almeno una dozzina di giorni di ferie, che non posso prendere.
Di questo percorso sono quindi costretto a malincuore a tagliare quasi tutte le tappe alla sinistra del lago di Bolsena, tranne Capodimonte e Tuscania, a cui aggiungo Marta come tappa intermedia. Mi concentro allora sulla zona alla destra del lago, a cui aggiungo molte tappe oltre ai luoghi del film. Caprarola, Ronciglione, Castel Sant'Elia, Falerii Novi, Corchiano, Orte, Bomarzo e i bei sentieri che li collegano non compaiono infatti nella pellicola, ma in fondo il film è stato solo l'ispirazione di questo viaggio, il filo rosso del cammino, il resto è nato scavando tra le esperienze di altri, aggiungendo tratti delle note Via Amerina e Francigena, leggendo resoconti di viaggio e lasciandomi suggestionare dalle immagini della Tuscia, così ricca da rendere la scelta dei luoghi da inserire o eliminare dall'itinerario un arduo compito.
Individuate le mete, devo capire se sono collegate da bei sentieri o da strade asfaltate ed è a questo punto che soprattutto grazie al lavoro di Marco Saverio Loperfido, autore de "Il giro della Tuscia in 80 giorni ", e ideatore del sito "Ammappalitalia.it" sono riuscito a collegare i punti marcati sulla cartina con sentieri che creano un percorso di quasi duecento chilometri tra natura e millenni di storia. Dalle case ipogee attraverso rovine e resti etruschi, lungo antiche strade e fortezze romane, forre rigogliose, campi in fiore, selve e laghi misteriosi, castelli e borghi medievali, palazzi e parchi rinascimentali. Tutto in una pacifica solitudine, che si palesa solo quando smetto di camminare e ritorno alla civiltà, la sera, dopo essermi sollazzato della deliziosa cucina tipica di questi luoghi.
Di questo percorso sono quindi costretto a malincuore a tagliare quasi tutte le tappe alla sinistra del lago di Bolsena, tranne Capodimonte e Tuscania, a cui aggiungo Marta come tappa intermedia. Mi concentro allora sulla zona alla destra del lago, a cui aggiungo molte tappe oltre ai luoghi del film. Caprarola, Ronciglione, Castel Sant'Elia, Falerii Novi, Corchiano, Orte, Bomarzo e i bei sentieri che li collegano non compaiono infatti nella pellicola, ma in fondo il film è stato solo l'ispirazione di questo viaggio, il filo rosso del cammino, il resto è nato scavando tra le esperienze di altri, aggiungendo tratti delle note Via Amerina e Francigena, leggendo resoconti di viaggio e lasciandomi suggestionare dalle immagini della Tuscia, così ricca da rendere la scelta dei luoghi da inserire o eliminare dall'itinerario un arduo compito.
Individuate le mete, devo capire se sono collegate da bei sentieri o da strade asfaltate ed è a questo punto che soprattutto grazie al lavoro di Marco Saverio Loperfido, autore de "Il giro della Tuscia in 80 giorni ", e ideatore del sito "Ammappalitalia.it" sono riuscito a collegare i punti marcati sulla cartina con sentieri che creano un percorso di quasi duecento chilometri tra natura e millenni di storia. Dalle case ipogee attraverso rovine e resti etruschi, lungo antiche strade e fortezze romane, forre rigogliose, campi in fiore, selve e laghi misteriosi, castelli e borghi medievali, palazzi e parchi rinascimentali. Tutto in una pacifica solitudine, che si palesa solo quando smetto di camminare e ritorno alla civiltà, la sera, dopo essermi sollazzato della deliziosa cucina tipica di questi luoghi.
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La mappa definitiva |
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Canovaccio |
Non indugiamo oltre! "Sequitemi, mie pugnaci!"
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